Marco Arciprete (c)

Supercity ! – Intervista a Matteo Balduzzi e fotogallery dell’evento

Domenica 17 Giugno ha aperto i battenti la mostra fotografica Supercity! Cusanello San Dugnano, presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. Un evento molto atteso e sentito non solo dai cittadini ma anche dagli appassionati di fotografia e delle arti visive in genere; una mostra che è stata accompagnata dall’evento Photo-Jouer – un quiz a tema fotografico, di cultura e a tratti ironico, coinvolgente, di cui vi proponiamo un resoconto fotografico nella nostra gallery dedicata. La mostra, visitabile liberamente presso il museo, resterà aperta fino al prossimo 14 Ottobre.

Per conoscere meglio il progetto ed li lavoro che ha visto coinvolti, non solo il museo, ma i circoli fotografici di Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni, Cusano Milano e Paderno Dugnano, ho incontrato e intervistato Matteo Balduzzi, responsabile per mostre ed eventi.

L’intervista

Supercity! Cusanello San Dugnano. Un titolo curioso per questo progetto. Cosa vuol dire? – Supercity!, ironicamente, allude a una sorta di città inventata, con un nome che sembra quello di una città dei fumetti. Ma non solo, Supercity! mette l’accento sui connotati positivi di una città che non è solo grande, ma è davvero super, al contrario della connotazione di periferia che viene spesso affibbiata a questo territorio. Cusanello San Dugnano, semplicemente, riunisce i 4 nomi delle città coinvolte (casualmente sono tutti nomi composti) in uno solo, a significare che si vogliono superare i confini dei singoli comuni e la visione un po’ localista che spesso compare per abbracciare un territorio di quasi 225 mila abitanti, ragionare a scala metropolitana, riscoprendolo in maniera collettiva grazie alla comune passione per la fotografia.

Lavorare con le associazioni di fotoamatori cosa ha significato per lo staff del museo? – Il Museo da sempre, dal lungo progetto di “Salviamo la luna” del 2005/2007, lavora coinvolgendo i cittadini e il territorio nella realizzazione di progetti insieme ad artisti e curatori. Anche in questo caso abbiamo incontrato tanta energia e voglia di mettersi alla prova, e per tutti noi è stata un’esperienza arricchente e di scambio reciproco. Per il Museo significa ogni volta mettersi alla prova, capire quali sono i linguaggi più adatti per parlare ai diversi pubblici e quali le modalità di relazione più efficaci. E’ un percorso lungo e anche faticoso, ma di grande soddisfazione e comunque fondamentale per consolidare il rapporto con il territorio e dare cittadinanza a tutti nel Museo.  C’è infine il rapporto umano tra i singoli individui, che non va mai dimenticato. La conoscenza e le amicizie che nascono quando ci si frequenta a lungo e si condivide una sfida: anche questo è un patrimonio importante del progetto, da non smarrire.

Cosa pensate porteranno a casa le associazioni fotografiche coinvolte? – Beh, questa è una domanda che vorremmo fare noi a chi ha partecipato, e sarà interessante conoscere le risposte non soltanto ora, ma anche nel medio e lungo periodo!
Abbiamo visto persone studiare in biblioteca, parlare di autori che non avevano mai sentito nominare prima, ragionare insieme a noi su modalità espositive completamente nuove. Possiamo quindi immaginare che le prossime mostre dei singoli circoli non saranno più le stesse, dopo questa esperienza, ma soprattutto che sia emersa in modo chiaro la cosa fondamentale: per parlare qualsiasi linguaggio bisogna prima conoscerlo, la scuola ci insegna Manzoni e Leopardi, ma non le immagini e ancora meno la fotografia. Quindi oltre a scattare le fotografie è importante guardare quelle degli altri, le mostre, i libri. E il Museo è uno dei luoghi e degli interlocutori più adatti per questo.

Esporre le proprie foto è sempre motivo di orgoglio, come hanno risposto le associazioni coinvolte nel progetto? – Una parte della risposta coincide forse con quella precedente: esporre le foto nel Museo è chiaramente motivo di orgoglio, ma non è esercizio – estremamente contemporaneo nell’era dei social – di pura vanità. Si tratta di un orgoglio stra-meritato, per l’ottima qualità delle immagini esposte che viene reso possibile da una lunga esperienza di dialogo, studio, apprendimento, fiducia, messa in discussione del proprio lavoro. E anche da una grande generosità di impegno e di collaborazione: non dimentichiamo che dopo mesi di incontri e di lavoro intellettuale per la selezione delle immagini, i partecipanti ci hanno aiutato nella produzione e nell’allestimento della mostra con un lavoro complesso e di alto livello, realizzato senza errori e nel perfetto rispetto dei tempi. Insomma, il risultato finale è qualcosa che né il Museo né i circoli avrebbero mai potuto realizzare da soli, ed è qualcosa che può piacere a chi lo ha realizzato, con un filo di giustificato compiacimento, ma che deve essere valido anche per tutto il pubblico del Museo e per il mondo della fotografia. Le prime reazioni sono molto buone, ora vedremo come andrà la mostra nei prossimi mesi.

SuperCity non è solo una mostra fotografica, ci sarà anche la serata Photo-Jouer. Di cosa si tratta? – Il Photo-Jouer, un gioco a squadre in piazza a Cinisello Balsamo sulla fotografia, ci è sembrato il modo migliore per concludere i mesi di lavoro insieme e costituisce una parte integrante del progetto. Abbiamo visto le squadre formate dai 4 circoli fotografici prepararsi al quiz e partecipare con entusiasmo alla sfida, per quanto amichevole, tra domande a prenotazione e prove di critica. È stato un vero e proprio spettacolo di infotainment che, unendo informazione e intrattenimento, ha permesso di parlare di fotografia a un pubblico ampio e non addetto ai lavori, in una dimensione di gioco e di partecipazione molto lontani dalla seriosità a volte noiosa che viene attribuita spesso alla sola idea di museo. La piazza era piena, le persone contente, è stata di sicuro una bellissima festa.

La gallery della Mostra

La gallery del Photo-Jouer

 

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