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E’ tutta questione di misura – FF, Aps-C o m4/3 ?

Quando oltre a domandarsi – E’ meglio Canon o Nikon ? – ci si spinge un passo oltre e ci poniamo domande del tipo – Meglio Full frame, Aps-C o Micro 4/3 ? – oppure ancora – Meglio uno zoom tutto fare o un ottica fissa luminosa ? – ecco in questi casi siamo molto vicini alla comprensione della Fotografia. Quella con la F maiuscola se facciamo le scelte giuste e non solo in termini di tecnologia. Iniziamo a capire quindi quali sono le differenze, perchè e quando prediligere un tipo di sensore piuttosto che un altro. Per incuriosirvi e stimolare il vostro desiderio di cultura fotografica – in questo caso meramente tecnologica – iniziamo sentenziando less is more, ovvero, traducendo letteralmente dall’inglese: meno è di più.

La prima differenza

La prima caratteristica che prendiamo in considerazione è la dimensione fisica del sensore. I sensori Full Frame si definisco tali perchè la superficie che cattura la luce è pari a quella di un singolo fotogramma a pellicola da 35mm, ovvero 36 x 24mm. Proseguendo verso il basso troviamo la famiglia di sensori Aps-C che misurano circa 23,6mm x 15,6mm e chiudiamo con la famiglia dei sensori Micro 4/3 che misurano 17,3mm x 13mm. Da qui si comprende quindi che uno dei parametri che leggiamo sempre tra le caratteristiche tecniche, in particolare per gli obiettivi è la lunghezza focale equivalente al formato 35 mm perchè una foto scattata con sensore Full Frame non ha fattori di crop. Per dirla semplicemente: quello che vedo è quello che verrà impressionato dal sensore nel mio fotogramma.

La densità dei pixel

I sensori fotografici sono ricoperti di elementi in grado di catturare la luce e trasformarla in una fotografia digitale. Ognuno di questi elementi costituisce un pixel della nostra immagine. A parità di quantità di pixel – diciamo ad esempio 24 Mpx – in un sensore full frame questi elementi elettronici  saranno di dimensione maggiore e con uno spazio tra ogni singolo elemento più ampio. Il tutto si traduce in una maggiore tenuta ad alti ISO perchè proprio per la loro conformazione, questi elementi, sono in grado di catturare una maggior quantità di luce. Nei sensori Aps-C e Micro 4/3, sempre considerando i 24 Mpx di prima, dovendo produrre una fotografia delle stesse dimensioni, ovvero composta dallo stesso numero di pixel (anche se il micro 4/3 ha un rapporto diverso rispetto agli altri sensori che è di 3/2), è naturale dedurre che questi elementi siano più piccole e molto più vicini tra loro. In questo caso faranno più fatica a leggere la luce compromettendo la tenuta ad alti ISO.

L’aiuto del processore digitale

Ovviamente non è solo questione di misura del sensore perchè i balzi tecnologici che viviamo mese dopo mese, portano le maggiori case produttrici a migliorare anche l’elettronica generale delle macchine fotografiche. I sensori fotografici sono in grado di catturare la luce ma senza il processore d’immagine sarebbero pezzi di “plastica” totalmente inutili. Tutto questo per dire che al giorno d’oggi ci sono eccellenti soluzioni basate su sensori Aps-C e Micro 4/3 grazie anche alla potenza di elaborazione delle immagini.

La differenza del dettaglio

Adesso che sappiamo qual’è la misura dei sensori, da cosa sono composti e come l’elettronica delle macchine fotografiche trasformano queste informazioni, proviamo a immaginare anche quale possa essere il risultato. Lo scatto fotografico prodotto da un sensore Full Frame, paradossalmente è – concedetemi di non fare un analisi dettagliata tra principi di fisica e di elettronica – meno dettagliato rispetto ad uno prodotto con sensore Micro 4/3. Certo la differenza viene fatta anche dalla lente che montiamo. Il classico 18-55mm fornito in kit con molte macchine fotografiche non può essere paragonato ad un ottica a focale fissa e molto luminosa. Per principi di fisica, ovvero del comportamento della luce al variare dell’angolo di incidenza sul sensore, il fotogramma risulterà molto preciso al centro dell’immagine e via via che ci spostiamo verso i bordi, si perderanno informazioni sul dettaglio, il colore, la luce, le ombre e di tutti gli elementi che comporranno la fotografia.  Quindi in tutte le fotografie e con tutte le ottiche, al centro del fotogramma abbiamo la resa migliore in termini di dettagli, colori, luci e ombre. Se siete riusciti a seguirmi fino a questo punto, avrete già intuito perchè un sensore con una dimensione più piccola, anche se cattura una porzione di scena molto più piccola rispetto al sensore Full Frame, risulterà qualitativamente migliore. Il fattore di crop di cui si parlava prima – tipicamente 1,6x nei sensori Aps-C – sta a significare che se scatto una fotografia con Full Frame + 50mm, nel formato Aps-C è come se scattassi con un ottica da 80mm e nel formato Micro 4/3, che ha un fattore di crop pari a 2x è come se scattassi con un 100mm.

Diciamola in un altro modo: con un sensore Micro 4/3 catturo più o meno la metà delle cose che sto inquadrando con analogo sensore Full Frame, ma quella porzione di immagine risulterà nettamente più dettagliata e ricca di informazioni ed ecco che, per concludere, torniamo al principio del Less is more. Questo articolo ovviamente non vuole avere la pretesa di essere un simposio sull’ottica, la fisica e l’elettronica, ma ha l’intento di fare un po’ di chiarezza sulle macroscopiche differenze tra i più comuni sensori per macchine fotografiche.

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