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Panasonic HC-X1 – La prova

PANASONIC HC-X1

Fino ad ora abbiamo provato diverse fotocamere reflex, mirrorless e compatte, ma l’opportunità di provare una videocamera era davvero ghiotta e così ho accettato l’invito di Panasonic ed eccola: HC-X1. Lei fa parte del segmento Business, ovvero è una videocamera professionale ed ha tutte le carte in regola per esserlo. Lo dico perchè, prima di prenderla in mano e provarla, ho studiato cosa offre il mercato in questo segmento, per avere termini di paragone e farmi un idea sulle caratteristiche che una videocamera professionale deve avere.

Primo contatto – Apparentemente sembra grande, se paragonata alle videocamere consumer che siamo abituati a tenere in mano, ma con i suoi 2300 grammi, batteria e accessori compresi, non si fa sentire più di una comune fotocamera reflex. La maniglia superiore è perfetta per il trasporto ma anche per le riprese dal basso. La fascia laterale per la mano è ben realizzata proprio perchè deve offrire il massimo comfort per lunghi utilizzi. Ci sono tutte le connessioni con il mondo esterno che si possono desiderare: HDMI, Video composito, controlli remoti, microfoni (2 x XLR) e sul manico una serie di fori con filettatura standard per fissaggi di staffe e supporti. Montato il paraluce anteriore, che funge anche da tappo per l’obiettivo e caricata la generosa batteria sono pronto per la prima accensione.

Dimentico qualcosa ? La scheda di memoria. Anzi le schede, perchè la videocamera è dotata di doppio slot (ma può funzionare anche con una sola scheda) ed è meglio che siano di generose dimensioni perchè data l’elevata qualità delle immagini, il flusso video è decisamente importante e c’è bisogno di parecchi Gb. Ma non conta solo lo spazio a disposizione; è necessario avere schede ultra veloci proprio perchè devono essere capaci di supportare elevate velocità di scrittura / accesso. In caso contrario la videocamera, in fase di setup limita la qualità del video registrabile. Allora parliamo di qualità perchè il 4K riportato un po’ ovunque sul corpo macchina è un verso 4K. Mi spiego meglio: normalmente, viene definito 4K un formato che è pari solo all’ UHD-4K. Il vero 4K ha una risoluzione pari a 4096 x 2160 pixel, mentre il più comune e commerciale UHD-4K si ferma a 3840 x 2160 pixel. Una piccola differenza numerica che fa una grande differenza qualitativa; supportata in questo caso dal sensore di 1″ MOS. L’ottica è LEICA Dicomar con grandangolo da 24mm e Zoom ottico 20x – l’apertura di diaframma è compresa tra f2.8 ed f4.5. Sull’ottica ci sono 3 ghiere che consentono le regolazioni di Zoom, Messa a fuoco e Diaframma, nonostante per lo zoom esistano anche due controlli elettronici posti nella parte superiore e laterale per gestire il movimento. La scheda tecnica la potete trovare seguendo questo Link, io penso ad accenderla.

Utilizzo della videocamera – Sebbene sia pronta all’uso con le impostazioni di fabbrica, un giro nel menù è doveroso. Estratto il display da 3″ che trova posto nella parte superiore del manico, si può navigare facilmente con una rotellina/pulsante meccanica oppure con le fuzioni touch. Le impostazioni generali del menu, la grafica e il font sono gli stessi visti sulle fotocamere Panasonic. Le opzioni risultano chiare, ben comprensibili e facilmente accessibili. Si possono configurare tutti i parametri di registrazione video e audio, le modalità di ripresa, il color grading e la modalità di funzionamento delle ghiere e delle schede di memoria. Per offrire il massimo dell’esperienza utente, ci sono ben 9 pulsanti configurabili a piacere. Tali pulsanti sono distribuiti sul corpo della videocamera e facilmente accessibili con la mano sinistra.

Bisogna prendere confidenza con i numerosi controlli e pulsanti presenti sul pannello sinistro, ma quello che veramente fa di questa videocamera un eccellente prodotto sono le 3 ghiere poste sull’obiettivo. Reattività immediata al movimento e precisione nel controllo dello zoom e della messa a fuoco di precisione. In quest’ultimo controllo ci vengono in aiuto gli aiuti visivi sul display o nel mirino, anch’esso elettronico e di eccellente qualità e luminosità. Si può utilizzare il focus peaking per evidenziare i contorni delle parti a fuoco nella scena o, non in fase di registrazione, un area della scena ingrandita per vedere bene cosa e come stiamo mettendo a fuoco.

Un selettore permette di passare dal controllo full-auto a quello full-manuale e in ogni caso possiamo sempre agire sulla messa a fuoco manuale, aspetto fondamentale nelle riprese video. Sempre sulla messa a fuoco ci viene in aiuto, in caso di bisogno un tasto che permette alla videocamera di regolarla istantaneamente al posto nostro. Questa caratteristica l’ho trovata utile in molti casi, quando ad esempio prima di cominciare a registrare una nuova clip avevo bisogno del fuoco sulla scena in tempi rapidi, lasciando da parte la regolazione manuale con la ghiera. IL microfono incorporato è capace di catturare i suoni di scena con buona qualità ma il meglio lo si ottiene con un microfono esterno direzionale.

In aiuto spesso ci viene l’oculare EVF con il suo supporto gommoso per l’occhio che riesce a contenere anche parte dello zigomo in modo che non possa passare luce. In molte occasioni mi sono servito di lui piuttosto che del monitor esterno, specie se c’è molta luce d’ambiente. Riproduce tutte le informazioni dei parametri di registrazione selezionati, lo stato della videocamera e ovviamente la scena ripresa. Alta definizione ed eccellente resa dei colori. Si può utilizzare anche un monitor esterno da fissare sulla slitta hot-shoe e collegabile all’uscita HDMI. In questo caso si può configurare la videocamera affinché su quest’ultimo giungano solo le immagini inquadrate senza avere in sovrimpressione i dati di registrazione.

Dopo molte ore passate in sua compagnia, usandola e trasportandola in giro per le vie di Milano, non ero affaticato dal peso e neppure si fa sentire la fatica durante l’utilizzo, grazie ovviamente alla maniglia superiore, non smontabile, e all’impugnatura laterale. In ogni angolazione di ripresa si trova sempre la posizione di utilizzo ideale e, cosa molto importante, si trovano sempre i comandi necessari per la registrazione. Il tasto di avvio e arresto registrazione è replicato anche sul manico, così come il secondo controllo elettronico dello zoom e usarla diventa un gioco da ragazzi anche perchè una volta eseguito il setup iniziale per il tipo di ripresa che si vuole realizzare, difficilmente è necessario rientrare nel menu per ulteriori regolazioni. In alcuni casi limite ci viene in aiuto l’elettronica della videocamera suggerendoci, se siamo in controllo full-manuale, quali parametri sarebbe meglio regolare, ad esempio ci può suggerire di attivare un filtro ND, specificandone il valore o l’apertura di diaframma. Quasi mai si può sbagliare una ripresa, anche in condizioni di luce scarsissima, se non quasi del tutto al buio e con pochi interventi sul guadagno dB, le riprese risultano eccellenti riproducendo fedelmente i colori dell’ambiente circostante.

Conclusioni – Sicuramente il prezzo non è popolare, ma parlando di un prodotto di fascia professionale direi che è piuttosto accettabile. Per avere in mano questa videocamera occorre tirare fuori circa 3.000 euro (i.i. e franco rivenditore) ma sono tutti ben spesi fino all’ultimo, un investimento protetto per chi lavora o un vero appassionato videomaker. Ponendo proprio il selettore auto-manual come bivio, tra il divertimento e il professionista, questa videocamera ti porta con la testa a concentrarti sulle riprese, lasciando che sia il suo processore e la sua ottica a pensare alle cose difficili. Trovo sia davvero il prodotto ideale per un professionista e un vero appassionato. Persone che dalle immagini vogliono tutto e con questa videocamera si può pretendere e ottenere tutto. Vi lascio al video girato con Panasonic HC-X1 tra le fredde vie di una Milano invernale.

 

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