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“Storiae”, la nuova edizione di Orvieto-Fotografia

Sempre attiva nel mondo della fotografia, Polyphoto SpA, distributore di tutta la gamma imaging di OM SYSTEM e Olympus, annuncia che parteciperà all’evento Orvieto Fotografia 2022 – Storiae, insieme a OM SYSTEM in qualità di Main Partner della manifestazione, Olympus ed EIZO.


“Storiae”, la nuova edizione di Orvieto-Fotografia

“Storiae”, la nuova edizione di Orvieto-Fotografia, evento che ritorna dopo due anni di silenzio, (ri)nasce dal desiderio di raccontare l’evoluzione dello storytelling che da tempo ha preso la forma di contenuti brevi ed emozionali, grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, i social network. “Il 2 e il 3 aprile sarà tempo di raccontare la storia del Fiof, quella di chi in questi due anni “difficili” ha saputo osservare attentamente, aspettare pazientemente, per poi ripartire con la stessa irrefrenabile voglia di narrare la storia della fotografia e dei suoi interpreti.”

Saremo presenti con un corner dedicato al nuovo brand OM SYSTEM insieme ad una selezione degli ultimi prodotti Olympus e ad EIZO. In qualità di Main Partner consegneremo come premio al vincitore assoluto del FIIPA 2022 una Olympus OM-D E-M1X e sarà l’occasione per presentare al pubblico dal vivo la nuova OM SYSTEM OM-1. Sullo stesso sfondo, EIZO coglierà l’occasione per presentare per la prima volta in Italia il nuovo monitor EIZO ColorEdge CG2700S. L’evento di premiazione e presentazione si svolgerà presso la Sala dei ‘400 – Palazzo del Popolo, dalle 18 alle 20 di Sabato 2 aprile.

“Storiae”, la nuova edizione di Orvieto-Fotografia

L’evento e il programma completo

Storia significa NARRARE, tenere MEMORIA, ripercorrere STRADE PASSATE e continuare a scriverne NUOVE. Nel corso degli anni la STORIA si è manifestata attraverso la fotografia e la fotografia è diventato un mezzo immediato per raccontarla, attraverso tutte le sue declinazioni:

•          la fotografia documentaria che narra i fatti…

•          il ritratto che ferma gli anni, segna l’identità, espone la storia di ognuno di noi…

•          la fotografia paesaggistica che identifica la storia dei luoghi…

•          il reportage che descrive momenti storici, culture…

•          la fotografia di moda che rivela la storia del costume…

•          la street-photography che riporta storie di strada…


…in ogni espressione fotografica c’è una STORIA da raccontare!!!


Sempre più spesso, negli ultimi anni abbiamo sentito parlare di STORYTELLING, fino ad arrivare alle più moderne e dilaganti STORIE dei nuovi mezzi di comunicazione, ovvero i social. Da tutto questo nasce “STORIAE” la nuova edizione di Orvieto-Fotografia, che ritorna dopo due anni di silenzio, prepotentemente a raccontare la sua STORIA, quella del FIOF, quella di chi in questi due anni “difficili” ha saputo osservare attentamente, aspettare pazientemente, per poi ripartire con la stessa irrefrenabile voglia di narrare… la storia della fotografia e dei suoi interpreti.

FIOF è pronto per una nuova sfida, proprio nello storico borgo di Orvieto, che ha visto la luce dell’Associazione, grazie ad un gruppo di professionisti, che hanno creduto con passione in questa professione, e all’impegno di chi negli anni ha contribuito alla sua crescita, con tenacia e quel pizzico di follia che fa di uomini comuni… uomini coraggiosi!


FIOF ad Orvieto, è pronto per scrivere una nuova STORIA, ma anche per mostrare che la fotografia non ha tempo, non ha schemi, non ha etichette.


La fotografia è un vero e proprio racconto per immagini, tornare ad Orvieto sarà come aprire un libro e leggere pagine di una STORIA che dagli anni ’80-’90, grazie al contributo di eccellenze del panorama della fotografia italiana, arriva ai nostri giorni: con giovani autori, con nuovi linguaggi, con nuove visioni e con nuove STORIAE!

Sabato 02 aprile dalle ore 09.30 alle ore 12.30 Francesco Cito & Letizia Battaglia: Masterclass con due eccellenze del panorama internazionale della fotografia. Due icone del fotogiornalismo, affrontano due tematiche molto scottanti in questo periodo storico.

Francesco Cito, il fotografo di guerra – Letizia Battaglia, fotografa di mafiaEvento UNICO, nel panorama della Storia della Fotografia, per la prima volta insieme sul palco di Orvieto, per narrare le loro STORIAE. Francesco Cito testimone dei grandi conflitti, narrerà ciò che i media non raccontano delle guerre, mentre Letizia Battaglia, renderà un omaggio ai giudici Falcone e Borsellino, in occasione del trentesimo anniversario della loro scomparsa.

Le Date e gli Appuntamenti

Sabato ore 15.00 -16.00 c/o Palazzo Coelli – Vernissage “STORIAE” – Cerimonia di apertura delle mostre. Visita con i relatori/autori delle esposizioni. Saranno presenti: Francesco Cito – Livio Senigalliesi – Vito Fusco – Ilaria Facci.

Sabato dalle ore 16.30 alle 17.30 c/o Duomo di Orvieto – Visita guidata con lo storico dell’arte  Antonio VETTONE. Giovanissimo ed appassionato storico dell’Arte, Antonio Vettone, ha 25 anni.

Sabato dalle ore 18.00 alle 20.00 c/o SALA dei ‘400 – Palazzo del Popolo – Gran galà delle premiazioni – Saluto del Presidente e delle Istituzioni. Sul palco dello splendido Palazzo del Popolo saranno premiati: Professionisti fotografi e videografi che hanno conseguito le qualifiche professionali QIP – QIV – MQIP – MQIV.

Presentazione a cura di Luca Servadei – main partner POLYPHOTO – OLYMPUS – EIZO:

Domenica 03 aprile 2022

Lecture con LIVIO SENIGALLIESI – “Fotografare la Guerra” presentazione libro

Inizia la carriera di fotogiornalista alla fine degli anni ’70 dedicandosi ai grandi temi della realtà italiana usando la fotocamera come strumento di analisi sociale.

Dopo anni di militanza nel collettivo del quotidiano il Manifesto, negli anni ’80 amplia il raggio delle collaborazioni e rivolge sempre di più la sua attenzione all’attualità internazionale pubblicando ampi reportage sulle maggiori testate nazionali ed estere.

La passione per la fotografia intesa come testimonianza e l’attenzione ai fatti storici di questi ultimi decenni l’hanno portato su fronti caldi come il Medio-Oriente, il Kurdistan e la guerra del Golfo del 1991 e del 2003.

Ha vissuto a Berlino e nella DDR durante il periodo della divisione e della riunificazione. Era a Mosca durante i giorni del golpe che sancirono la fine dell’Unione Sovietica. A Sarajevo ha vissuto tra la gente l’assedio più lungo della Storia.

Ha seguito tutte la fasi del conflitto nell’ex-Jugoslavia e documentato le atroci conseguenze di guerre e genocidi in Africa e sud-est asiatico. Più volte inviato in Libano e Afghanistan, parla diverse lingue locali ed ha sviluppato un metodo di lavoro che unisce il reportage al racconto antropologico.

Negli ultimi anni ha focalizzato le sue energie su due progetti: quello dedicato alle vittime civili dei conflitti e quello sulla condizione umana degli immigrati seguendo le rotte migratorie nel Mediterraneo e i progetti di accoglienza per i richiedenti asilo in Italia.

Oltre alle mostre e ai libri, realizza progetti didattici per gli studenti delle scuole affinché la sua testimonianza diretta avvicini i giovani ai temi della pace e della guerra ed alla comprensione delle migrazioni forzate.

Lecture con VITO FUSCO “Killing Daisy” – Protagonista del lavoro la storia del fiore di piretro, noto anche come “fiore della morte”. Questa delicata margherita, in realtà letale per gli insetti, è al centro della rigogliosa industria di prodotti insetticidi biologici del Kenya.

Lecture con ILARIA FACCI “la fotografia contemporanea”Fotografa nata nell’ ’82 con un retinoblastoma all’occhio sinistro, raccoglie i propri pezzi e li ricompone, si mette in ordine e si osserva. Ha vissuto a Buenos Aires, a Roma, oggi è a Londra dopo aver studiato Costume e Moda. Lì fa l’Artista, solo e soltanto l’Artista. I suoi Autoscatti Sbagliati sono quanto di più giusto avrebbe potuto fare con la fotografia. “Ilaria Facci non è indifesa. È coraggiosa; ci affronta a corpo nudo, sottoposto a tensioni, torsioni, contorsioni, in una lontana memoria di Lucien Freud, e in una, più vicina, di Jenny Saville. Ilaria Facci. Quei corpi si decompongono, o sono schiacciati; e resistono. Questi, di Ilaria, si sublimano, si trasfigurano, si fanno anime, come la Pietà Rondanini, sublime ultimo pensiero di Michelangelo; o foglie, come nell’Apollo e Dafne di Bernini.” Vittorio Sgarbi

Sedi locations espositive: Palazzo Coelli – Palazzo dei Sette – Sala Expo Palazzo del Popolo

Chi è Francesco Cito

Francesco Cito, è nato a Napoli il 5 maggio 1949. Interrotti gli studi si trasferisce a Londra nel 1972 per dedicarsi alla fotografia. L’ inizio in campo fotografico 1975, avviene con l’ assunzione da parte di un settimanale di musica pop-rock (Radio Guide mag.). Gira l’ Inghilterra, fotografando concerti e personaggi della musica leggera. In seguito, divenuto fotografo free-lance, inizia a collaborare con The Sunday Times mag., che gli dedica la prima copertina per il reportage “La Mattanza”. Successivamente collabora anche con L’Observer mag.

Nel 1980, è uno dei primi fotoreporter a raggiungere clandestinamente l’Afghanistan occupato con l’invasione dell’Armata Rossa, e al seguito di vari gruppi di guerriglieri che combattevano i sovietici, percorre 1200 KM a piedi. Sue le foto dei primi soldati della Stella Rossa caduti in imboscate.

Nel 1982 – 83, realizza a Napoli un reportage sulla camorra, pubblicato dalle maggiori testate giornalistiche, nazionali ed estere. Sempre a Napoli nel 1978 per The Sunday Times mag. aveva realizzato, un reportage sul contrabbando di sigarette dallo interno dell’organizzazione contrabbandiera. Nel 1983 è inviato sul fronte Libanese da Epoca, e segue il conflitto in atto fra le fazioni palestinesi; i pro siriani del leader Abu Mussa, e Yasser Arafat e i suoi sostenitori. E’ l’unico foto-giornalista a documentare la caduta di Beddawi (campo profughi), ultima roccaforte di Arafat in Libano. Seguirà le vari fasi della guerra civile libanese, fino al 1989.

Nel 1984 si dedica alle condizioni del popolo palestinese all’interno dei territori occupati della West Bank (Cisgiordania) e la Striscia di Gaza. Seguirà tutte le fasi della prima “Intifada” 1987 – 1993 e la seconda 2000 – 2005. Resta ferito tre volte durante gli scontri. Nel 1994 realizza per il tedesco Stern mag. un reportage sui coloni israeliani oltranzisti. Nell’aprile 2002, è tra i pochi ad entrare nel campo profughi di Jenin, sotto coprifuoco durante l’assedio israeliano, alle città palestinesi.
Nel 1989 è inviato in Afghanistan dal Venerdì di Repubblica e ancora clandestinamente a seguito dei “Mujahiddin” per raccontare la ritirata sovietica. Tornerà in quelle aree di nuovo nel 1998 inviato dal settimanale Panorama, con l’intento di incontrare Osama Bin Laden. Intento non andato a buon fine a causa l’inizio dei bombardamenti americani.

Nel 1990, è in Arabia Saudita nella prima “Gulf War” con il primo contingente di Marines americani dopo l’invasione irachena del Kuwait. Seguirà tutto il processo dell’operazione “Desert Storm” e la liberazione del Kuwait 27 – 28 febbraio 1991. Nei suoi viaggi attraverso il Medio Oriente, in più occasioni ha focalizzato il suo interesse a raccontare i vari aspetti dell’Islam dal Pakistan al Marocco, Negli anni 90 segue le varie fasi dei conflitti balcanici.

Nel 2000 realizza un reportage sul ” Codice Kanun “, l’antica legge della vendetta di origini medievali nella società albanese
In Italia si occupa spesso di casi di mafia, ma anche di eventi come il Palio di Siena che gli varrà il primo premio al World Press Photo 1996 ed altri rilevanti aspetti della società contemporanea. Dal 1997 l’ obiettivo è anche puntato sulla Sardegna fuori dagli itinerari turistici, tra il sociale e le tradizioni, lavoro già in parte racchiuso in in foto-libro.

Nel 2007 è invitato dal Governatorato di Sakhalin (Russia), l’isola ex colonia penale raccontata da Checov, per un lavoro fotografico, sul territorio, illustrando la vita e le attività produttive, a seguito della scoperta di ingenti giacimenti petroliferi. Lavoro divenuto una mostra e un foto libro editato in Russia.
Nel 2012 la prestigiosa casa di gioiellieri parigini “Van Cleef & Arpels” gli commissiona la realizzazione di un lavoro fotografico, in cui descrivere l’operosità attraverso le mani dei loro artigiani, nel confezionare i gioielli più esclusivi del mondo. 50 immagini raccolte in un volume stampato in nove lingue.

Per maggiori informazioni puoi visitare il suo sito web.

Chi è Letizia Battaglia

Letizia Battaglia è una famosa fotogiornalista italiana. Nasce a Palermo nel 1935 dove trascorrerà la maggior parte della propria carriera e della propria vita. ​A 27 anni conobbe casualmente il poeta Ezra Pound, questa veloce conoscenza l’avvicinò alla sua poesia che divenne grande fonte di ispirazione per tutta la sua vita. ​Letizia troverà lavoro poi presso “l’Ora”, un giornale locale di Palermo col quale collaborerà per parecchi anni anche dopo una breve esperienza a Milano all’inizio degli anni ’70. ​ A Milano Letizia imparerà a fotografare finché, nel ’74, tornerà nella sua amata città natale ricevuta una proposta di lavoro per un posto in qualità di responsabile della fotografia sempre per il giornale “l’Ora”.

Finalmente inizierà a confrontarsi con la dura realtà di una città, di una regione, spaccata dalla mafia, dal clientelismo, dalla politica, dalla povertà: la fotografia diverrà la sua vocazione a tempo pieno, il suo costante impegno non solo servirà a portare all’attenzione di tutti la cruda realtà ma le permetterà anche di lavorare fianco a fianco ad altri grandi testimoni del suo tempo tra i quali, ad esempio, Josef Koudelka e Ferdinando Scianna.

​Il suo impegno di fotografa dentro e fuori al giornale è continuo, questo perlomeno fino al 1992, l’anno degli omicidi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. ​Col cuore a pezzi ed esausta interromperà la sua carriera da fotoreporter ma non per questo abbandonerà la lotta preferendo invece concentrarsi sulle sue attività cooperative di sensibilizzazione e divulgazione. ​Letizia Battaglia ha sempre infatti sostenuto e collaborato con diverse agenzie e diversi laboratori per diffondere le proprie conoscenze ed esperienze a tutti coloro i quali sono desiderosi, come lei, di fare della fotografia la propria missione, la propria arma di ribellione. Questa “missione” culminerà con l’inaugurazione, nel 2017, del “Centro Internazionale di Fotografia di Palermo” un archivio storico che raccoglie gli scatti di oltre 150 fotografi, professionisti ed amatori, che desiderano mostrare al pubblico, nazionale ed internazionale, la loro visione della città e affinché queste testimonianze possano essere conservate per sempre. ​ Ancora oggi con mostre e pubblicazioni Letizia continua a battersi per la realizzazione del suo sogno, per la redenzione della sua amata città; la sua opera vive e cresce grazie alla passione che questa donna trasmette a tutti quelli che desiderano conoscere e vedere.

Il legame di Letizia Battaglia con il suo paese è un legame complesso e amaro. Una donna dalla forte capacità critica, dall’enorme senso di responsabilità che la richiama verso il pericolo, dove c’è bisogno della sua fotografia. ​Siamo nel periodo degli “Anni di Piombo”, delle speculazioni edilizie del “Sacco di Palermo” e degli assassinii mafiosi quali quello di Peppino Impastato o quello di Piersanti Mattarella (fratello del nostro Presidente della Repubblica). ​Letizia ha un mestiere scomodo, ma continua imperterrita a fotografare: l’Hotel Zagarella – in cui Andreotti fu ritratto mentre tratta con esponenti dei clan -, l’assassinio del giudice Terranova e quello di altri concittadini rei di essersi posti di traverso negli affari della malavita, i funerali del Generale Dalla Chiesa; questi sono solo alcuni dei più macabri, importanti, necessari scatti della fotografa.

Ma il suo dovere di testimone non si risolve qui: Letizia è interessata a indagare e a sondare il volto di tutti i siciliani per poter riportare a galla, tramite la sua macchina fotografica, le impressioni su pellicola di cosa significhi vivere in quel mondo. ​Per questa ragione un enorme parte del suo lavoro, non meno importante, è dedicata alla gente comune, bambini e donne per primi. I suoi soggetti sono ritratti tra le strade granitiche della città da un occhio che non invade il loro spazio ma che si avvicina il giusto, come se la fotografa stesse cercando di non spaventarli per non perdere la loro autenticità. ​Alcuni festeggiano, chi nello sfarzo e nel lusso, chi avvolto nel calore umano e nella semplicità. ​Ricchi e poveri si mescolano in un frammentato dipinto sociale che non dimentica nessuno ma che anzi si sofferma di più sugli indigenti e sui reietti, sugli umili, su chi vive e respira veramente la città.

Chi è il Prof. Giancarlo Torresani

Nasce a Malles Venosta (BZ). Docente per necessità di vita, fotografo per vocazione, risiede a Trieste. Da una precedente esperienza maturata nel campo delle arti figurative passa alla fotografia negli anni Settanta occupandosi prevalentemente di didattica. Interessato ai processi comunicativi svolge attività di operatore culturale nell’ambito della comunicazione visiva come curatore, critico, organizzatore, consulente ed esperto nella lettura /valutazione dell’immagine singola e Portfolio.

Docente, ma anche fotografo, conduce stage, seminari, workshops a tema, corsi di photo-editing e di lettura/valutazione dell’immagine presso Istituti Scolastici, Istituzioni Pubbliche e FotoClubs su tutto il territorio nazionale. Collabora con alcune riviste di settore nella realizzazione editoriale di opere nell’ambito della fotografia d’autore.

Presidente “CREUS” (Centro Relazioni Europee del Comune di Schio – VI) dal 1987 al 1992, incarico che gli permette di incrementare i contatti e gli scambi culturali europei (nel campo della fotografia) con Lussemburgo, Bulgaria, Germania e Ungheria.

Delegato Provinciale e Regionale (1984/’99), Consigliere Nazionale FIAF (1999/2008), già Direttore del “Dipartimento Attività Culturali” (1999/2010) e del “Dipartimento Didattica” (2010/2014), ha ricoperto il ruolo di Art Director: presso il “Gruppo Fotoamatori Pergine” di Pergine Valsugana – TN (2014-2015-2016-2017), al TPD “Trieste Photo Days” Festival Internazionale di Fotografia (2014-2015-2016) e a “Venetofotografia” – Treviso (2018-2019-2020). Insignito BFI “Benemerito Della Fotografia Italiana” (1986), riceve dalla FIAP l’onorificenza ESFIAP «Excellence FIAP Pour Services Rendus» (1997). Nel 2002 viene insignito Sem.FIAF «Seminatore FIAF” in riconoscimento della sua lunga e proficua opera di insegnamento a favore della fotografia. Nell’ambito della manifestazione “TrapanInFoto” (2012) riceve il Premio alla Cultura Fotografica “Salvatore Margagliotti” e a ReggioCalabria (2017) il “Premio Anassilaos”. Socio Onorario UIF (Unione Italiana Fotoamatori) dal 2012; riceve nel 2019 la benemerenza “Una vita per la Fotografia” per la costante e prestigiosa partecipazione alla vita fotografica amatoriale.

Chi è Antonio Vettone

Ho conseguito la laurea Magistrale con la lode, dibattendo la sua tesi di Laurea sui QUATTRO CAPITELLI del Duomo di Orvieto. Vincitore della borsa di studio, ha continuato il suo percorso all’estero, in spagna, per la precisione nell’Universidad de Sevilla. Antonio, accompagnerà professionisti ed appassionati della fotografia, in un magnifico percorso all’interno del DUOMO, dove avranno modo di apprezzare le bellezze storiche ed architettoniche, di una delle meraviglie del nostro Paese e soprattutto, conoscere ciò che possono fotografare in ogni suo particolare.

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