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Denis Curti intervista Maurizio Galimberti – La mia esperienza con l’orgoglio della fotografia italiana

In occasione della settimana del Design, Milano si rimpilza di personaggi ed eventi legati in qualche modo a questo affascinante mondo che fa raccontare mille e più storie – fatte di installazioni, parole, multimedialità e materia. Esperienze che sfociano, inevitabilmente nel mondo della fotografia. Uno di questi eventi, organizzato dal gruppo Mondadori, contenuto nel programma degli Icon Design Talks prende il titolo di Future-Architecture di Maurizio Galimberti. Le architetture “mosaico” su istantanee Fujifilm Instax raccontate proprio dal fotografo Galimberti, intervistato da un altro grande personaggio del panorama fotografico italiano – Denis Curti. Sicuramente non potevo mancare a questo appuntamento, per conoscere meglio il lavoro di Galimberti e incontrarlo di persona. Sabato 13, nel pomeriggio, presso la Fondazione Riccardo Catella (Milano) prende il via il talks con un cenno – molto interessante – su come i due si sono conosciuti. Alle parole Viaggio In Italia Ghirri tutto si fa chiaro, anche se non parliamo dello storico viaggio fotografico ma, sulle tracce dell’originale i due firmano il loro sodalizio presso la Rocca di Fontanellato e da li in avanti è storia. Galimberti, continua nella narrazione e mi colpisce una sua frase quando dice che – non mi definisco un fotografo di architettura ma di architetture – e trovo ci sia in effetti una sostanziale differenza tra la staticità della pura architettura immortalata in uno scatto – perfetta, precisa e regolare nelle geometrie, quindi puramente accademica anche se capace di suscitare nell’osservatore la sensazione di maestosità, e la fotografia di Galimberti.

Come tiene a precisare Galimberti, nelle sue opere c’è l’armonia della musica, l’altalenante e forma di un onda sonora che vibra, scuote e poi rimette tutto in ordine (aggiungo io). Il suo lavoro parte da uno studio attento delle geometrie solide, viste, riviste e scomposte in tanti piccolissimi frammenti grazie alla fotografia istantanea. Con FujiFIlm Instax Square è possibile scattare senza regole, rompendo gli schemi e produrre materiale interessante per togliere ogni freno alla creatività. Tasselli di un puzzle disordinato che prendono forma, e vita, quando ricomposti. Curti dice anche che il suo lavoro è composto da una matrice di creatività che viene ricomposta. La sensazione materiale e sinusale dell’opera che prende forma davanti ai nostri occhi è davvero accompagnata dal un senso ritmico e sonoro. Incanta e fa anche pensare a quella visione quasi surreale perchè seppur si possa conoscere quell’architettura immortalata nella fotografia, dopo poco inizia il viaggio della mente. Un viaggio in Italia per tornare alla citazione dei grandi maestri che in qualche modo rivive nelle opere di Galimberti Il pomeriggio passa velocemente e questa chiacchierata, totalmente immersiva rapisce letteralmente e non smetteresti più di vedere e studiare il lavoro di Galimberti.

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